Nella ZES aiuti ridotti dal Governo
Nelle scorse settimane alcune aziende che hanno interesse ad avviare investimenti importanti nell’area ZES Adriatica, in cui ricade il Molise, hanno riscontrato che i contributi che potrebbero ricevere saranno inferiori a quelli stabiliti dalle norme europee.
Infatti nel 2021, nel prorogare fino a dicembre 2023 il credito d’imposta per nuovi investimenti in area ZES, il Governo ha stabilito che le intensità di aiuto applicabili saranno quelle più basse fissate nel precedente periodo di programmazione, invece di quelle maggiorate approvate di recente dall’Unione Europea.
Questo significa per il Molise un’aliquota del 25% per le grandi imprese invece del 30, per le medie di 35 invece di 40 e per le piccole imprese 45 invece che 50%.
“Non è accettabile che gli aiuti alle imprese, che l’Europa riconosce in una certa entità, siano ridotti dal governo proprio in quelle aree che più hanno bisogno di nuovi investimenti – sottolinea il presidente di Confindustria Vincenzo Longobardi – Le ZES dovrebbero essere aree che catalizzano investimenti produttivi per trainare lo sviluppo del Mezzogiorno. Se il governo, invece di aumentarne l’attrattività, le depotenzia, rendendo addirittura più conveniente investire in aree non ZES per usufruire di percentuali di aiuto più alte, manda un segnale molto
negativo -. Il Molise, partecipando alla ZES adriatica, ha creduto molto nel progetto, per le ricadute che potrebbe avere in termini di sviluppo del territorio. “Il Governo, invece, ha dimostrato di non crederci abbastanza”, conclude Longobardi.
“Ci auguriamo non solo che ci sia una proroga degli incentivi per le ZES, che scadranno a dicembre 2023, ma anche che venga corretta questa anomalia, che vede le imprese delle regioni del Sud al momento destinatarie di aiuti inferiori a quelli riconoscibili in base alle classificazioni dell’Unione Europea”.
Apprezziamo molto il lavoro che sta svolgendo il Commissario per rendere attrattive le ZES, – continua Longobardi – soprattutto per accelerare e sburocratizzare procedure, cosa assolutamente determinante per favorire i nuovi investimenti. I punti percentuali in meno che le imprese possono ricevere in termini di aiuto potrebbero però fare la differenza rispetto ad altre aree svantaggiate d’Europa, dove la carta degli aiuti si applica senza riduzione. Tali aree, infatti, sono attualmente più attrattive del nostro Mezzogiorno, potendo contare su aiuti più consistenti.
Il nostro obiettivo – conclude Longobardi – è quello di affiancare il Commissario nel sollecitare la politica affinché le ZES diventino un vero volano di sviluppo del Mezzogiorno: non solo, quindi adeguare le intensità di aiuto, ma anche prorogare ben oltre il 2023 la loro fruibilità. Per realizzare e completare investimenti di milioni di euro non bastano pochi mesi ma occorrono diversi anni.
Auspichiamo, quindi, non solo che i poteri del Commissario vengano ampliati e rinforzati, ma anche che le imprese possano godere del massimo degli aiuti previsti dalle norme comunitarie, per un periodo il più lungo possibile”.