ALTA SARTORIA E TECNOLOGIA, LA SCOMMESSA DI CAPRICE BESPOKE

Una startup fashion-tech nata da poco più di un anno da un concept di Amedeo Scarano che unisce la tradizione sartoriale all’avanguardia tecnologica, riducendo gli sprechi e abbracciando la sostenibilità. È proprio Scarano (31 anni), fondatore e unico ad occuparsi dell’attività, a raccontarci la nascita del business e le ambizioni future.

All’inizio della carriera professionale il mio sogno era lavorare nel mondo delle banche d’affari”, racconta Scarano che proprio in ambito finanziario ha la possibilità di toccare con mano il settore del lusso: “La mia passione per l’alta sartoria, unita alla riflessione portata dalla pandemia, mi ha spinto a decidere di lasciare il mio lavoro nell’Investment Banking ed iniziare a lavorare a questa attività”.

Apre un negozio nel centro della pittoresca Campobasso, città di origine che aveva lasciato a 19 anni e dove ritorna per dedicarsi ad una idea d’impresa che unisce lusso e unicità ai valori tipici del territorio. La sede a Campobasso non è solo una scelta logistica, ma anche un’affermazione di attaccamento territorio, che promuove uno storytelling di vita lenta e turismo sostenibile, valori permeati e condivisi dall’azienda.

E che per come è concepita esprime l’essenza della sostenibilità: “La mia sartoria di abiti Made in Italy non ha magazzino, non ci sono sprechi di materie prime, produce capi su misura e su ordinazione; in questo modo superiamo – racconta il giovane startupper – tutti i problemi produttivi tipici del mondo della moda come le rimanenze di magazzino, i ritorni, la stagionalità e gli sprechi produttivi, incarnando una produzione amica dell’ambiente che non produce inquinamento”, in antitesi rispetto a quello che la moda fast fashion propone e alimenta. “Ho bassissimi costi fissi legati alla gestione del negozio e reinvesto tutti i guadagni. Anche gli scarti della produzione vengono riutilizzati, ad esempio per realizzare prodotti di arredo come cuscini”.

Il nome Caprice Bespoke richiama l’opera ‘24 capricci’ di Paganini ed evoca l’isola di Capri: una scelta fatta per essere pronunciabile dai clienti all’estero e vicina al loro immaginario dell’Italia.

Una svolta nel mondo della moda, dove si abbandona l’approccio tradizionale della sartoria per avvicinare la tecnologia e la personalizzazione fatta tutta attraverso il digitale direttamente sullo smartphone: “L’innovazione chiave è l’adozione di misurazioni del corpo e l’individuazione della taglia più adatta con le videoconferenze o attraverso la fotocamera dell’App. Questo approccio consente ai clienti di ottenere capi su misura senza la necessità di visite fisiche, rendendo il processo di acquisto più comodo ed efficiente. Utilizzando la realtà aumentata, i clienti possono visualizzare i prodotti in ambienti reali, rendendo l’esperienza di shopping più coinvolgente”.

Per l’espansione del brand, Scarano è alla ricerca di un investitore: “Stiamo cercando di espandere la nostra presenza online e per questo siamo alla ricerca di un partner, italiano o estero, che condivida la nostra visione e che possa aiutarci a portare il nostro brand a un livello internazionale, sfruttando al meglio le potenzialità del digitale. Un aspetto fondamentale da considerare è che, entro il 2025, i Millennials e la Generazione Z costituiranno circa la metà del mercato globale dei beni di lusso. È proprio a questa significativa fetta di mercato che puntiamo”.

Se sei una startup e non consideri la possibilità di avviare la tua attività nel Sud, stai perdendo un’importante opportunità” afferma Amedeo Scarano quando spiega le ragioni di una sede in Molise: “Il business ha preso vita grazie ai fondi ottenuti attraverso il programma di incentivazione per l’imprenditoria chiamato “Resto al Sud”. Oltre ai crediti di imposta per Industria 4.0 abbiamo beneficiato anche di quelli specifici per il Mezzogiorno al 45%, entrambi cumulabili sulle stesse voci d’investimento”. Le ragioni per investire in Molise ci sono tutte, trattandosi di una impresa nata da poco più di un anno che ha realizzato negli ultimi tre mesi più della metà del fatturato dell’anno precedente, “una piccolissima realtà ma in crescita”.

Non ha dubbi quindi sulla scelta di fare impresa proprio in Molise anche se – ammette Amedeo Scarano – “La vita imprenditoriale qui è caratterizzata da diverse complessità”. E nel passaggio dal mondo della finanza a quello dell’economia reale sul territorio, decide di avvicinarsi al mondo associativo: “Ho conosciuto il sistema Confindustria in un’altra regione, dove ho apprezzato la possibilità di stabilire nuovi contatti e accedere a diversi servizi utili”, inoltre, “abbiamo da poco ricostruito il gruppo giovani del Molise, assieme al presidente Marcello Melizza, Gianni Niro e Saverio Mastrosimone. Qui i giovani ci sono ma il problema è che non c’è industria e fare impresa è troppo complicato”.